Chiude l’Autocamp Istra di
Funtana/Fontane.
Al suo posto un resort tessile.
Le voci si rincorrevano ormai da tempo, eppure la notizia
giunta all’indomani di Ferragosto che il Campeggio Istra di Funtana/Fontane nell’Istria
croata, dalla stagione 2019 si trasformerà in un resort tessile ha lasciato
sconsolati e sgomenti noi e tutti i numerosi seguaci del Naturismo che da oltre
40 anni trovavano un sicuro punto di riferimento all’ombra della sua rigogliosa
vegetazione mediterranea. Si realizza così un progetto che ancora una volta
sacrifica la natura alla ricerca del profitto immediato.
Già alla fine della stagione 2017 la direzione ci aveva
informato sull’esecuzione di “alcuni lavori” destinati asseritamente a
migliorare l’offerta turistica: ad aprile di quest’anno, in occasione della
consueta visita primaverile, ci siamo trovati di fronte ad un enorme cantiere
aperto, brulicante di scavatrici e autocarri, fango dappertutto, tanto che la
struttura non è stata agibile praticamente fino alla fine di maggio, e anche in
seguito ha continuato a dare un’impressione di totale provvisorietà, con buche
mal coperte, rappezzi, ferri ruggini sparsi, rimasugli di cavi elettrici
abbandonati qua e là.
Ma quel che è peggio, migliaia di lecci, querce ed altri alberi
tipici della costa istriana sono stati sacrificati alla costruzione di una enorme
strada larga oltre 20 metri che corre lungo l’intero perimetro della penisola,
opera faraonica quanto assurdamente
inutile, completa di rotonde e aiuole spartitraffico, impossibile da
attraversare se non in virtù di pochissimi varchi, e che isola di fatto la
parte alta del campeggio da quella a mare.
E le romantiche terrazzette ombrose destinate alle tende,
che qualche lungimirante progettista aveva concepito in maniera di
salvaguardare alberi e sottobosco, sono state totalmente sbancate per fare
posto a nuove piazzole “luxury”: una desolante teoria di riquadri di ghiaia,
tutti uguali, tutti senza un filo d’ombra, che più di una sorridente vacanza
richiamano l’immagine di un accampamento di terremotati.
E quest’estate è giunta la notizia della definitiva
trasformazione: altre migliaia di alberi verranno abbattuti, questa volta per
lasciare posto a piscine, scivoli e giochi d’acqua, piazzette lastricate di
cemento, con boutiques, pizzerie e bar con musica a palla e intrattenimenti di
vario genere, esattamente come per altre migliaia di villaggi turistici di
tutto il mondo. Il tutto, beninteso, destinato esclusivamente ad un pubblico
rigorosamente provvisto di costume da bagno.
Peccato. Amavamo il campeggio Istra proprio per i suoi
alberi, per le sue pietre, per la sua terra rossa, per i suoi scoiattoli e le
sue lepri. Lo amavamo per la possibilità che offriva di un sereno rapporto con
la natura e che ne faceva un posto speciale, un posto del cuore. Di un altro
banale resort a 5 stelle non sappiamo proprio che farcene.